“Per spendere in modo efficace le risorse del Recovery Plan occorrerà una governance trasparente che metta allo stesso tempo alla prova il sistema, le amministrazioni centrali e locali, le normative, tutti punti deboli, compresa la progettazione”: lo ha detto il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut nel corso del tavolo “I pagamenti ecosistemici per la valorizzazione del capitale naturale. Verso le linee guida”, organizzato dall’associazione Transizione Ecologica Solidale (TES). Morassut ha spiegato che “il decreto dissesto prevederà un potenziamento delle Autorità di bacino, delle Province, delle Regioni attraverso unità tecniche. Dovremo spendere i quattro miliardi a disposizione per combattere il dissesto idrogeologico, altrettanti per il sistema idrico. Occorre velocizzare le procedure, intervenire sulle normative, e soprattutto progettare meglio”.
E’ intervenuto anche il presidente dell’associazione, il deputato Andrea Orlando, ragionando sull’idea che una valorizzazione dei servizi ecosistemici possa servire “per preservare i servizi che le aree interne e montane danno alle aree urbane. I pagamenti ecosistemici possono diventare un meccanismo prezioso per valorizzare la sinergia con le aree interne, obiettivo a cui concorre anche la tecnologia e una sua sempre maggiore democratizzazione. Si può e si deve lavorare su questo aspetto anche nell’ambito del piano Next Generation EU, per la cui piena attuazione sarebbe importante anche un’alleanza tra lo Stato e le Utilities”.
Nel corso del tavolo di TES è stata presentata la sperimentazione innovativa di cui Romagna Acque-Società delle Fonti si fa portavoce grazie ad un processo di ricerca condotto da un consorzio composto dall’Istituto di Management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dall’Università Carlo Bo di Urbino e dal Centro Studi e Ricerche REF di Milano. Obiettivo è l’avvio di processi che abbiano al centro lo scambio di servizi ecosistemici per conservare il capitale naturale, aumentare la sicurezza del territorio, addivenire ad una tutela attiva nel pieno spirito dell’art.9 della Costituzione e rendere così più sostenibile, oltre che frutto di processi solidali, ogni attività umana. La discussione ha visto la partecipazione di rappresentanti del territorio dell’Emilia-Romagna, del mondo universitario, dell’ambientalismo pragmatico, di esperienze applicate, della dimensione tecnica e dei decisori nazionali con esiti di grande sinergia.
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