Ieri è stata inviata dal Governo alle Istituzioni europee la bozza del Piano integrato energia e clima,
un documento fondamentale per la strategia economica ed industriale italiana, che avrà un
impatto decisivo sull’intero sistema paese. “L’Italia propone un piano poco ambizioso sugli obiettivi
ed insufficiente sulle misure concrete”, dichiara Michele Fina, direttore di TES – Transizione
Ecologica Solidale, il think tank presieduto da Andrea Orlando: “Le previsioni del piano hanno un
carattere sostanzialmente compilativo. Gli accordi di Parigi e il contrasto al caos climatico sono
invece un’opportunità per l’industria italiana. Il Piano energia e clima deve, in questo contesto,
rappresentare l’impianto delle nostre politiche industriali, nella transizione ecologica. Per questo
c’è bisogno di più coraggio, ambizione, concretezza e condivisione”.
“L’economia circolare”, continua Fina, “deve essere parte essenziale del Piano. L’attuale bozza su
questo è carente, limitandosi a rimandare molte misure strategiche ad un successivo “pacchetto
rifiuti”; analogo trattamento sembra avere il tema dell’end-of-waste”. Lo schema normativo UE
prevede ora sei mesi di tempo per l’esame della Commissione Europea prima di essere rinviato
all’Italia con le dovute osservazioni. Poi altri sei mesi per la redazione del Piano definitivo: “È
necessario che il Governo”, conclude Fina, “ponga il Piano energia e clima al centro della sua
strategia di sviluppo economico. Per questo serve un altro metodo che coinvolga i portatori
d’interesse e il Paese in un dialogo aperto e partecipato”.
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