Si è svolto a Roma, il 19 novembre il tavolo sul Piano energia e clima, che ha visto coinvolti rappresentanti del mondo delle istituzioni, portatori di interesse ed esperti.

Lo scopo del tavolo è stato quello di ragionare in modo congiunto, tra tutti gli attori, sugli strumenti di attuazione che dovranno essere previsti nel Piano. Questo dovrà essere presentato all’Unione Europea, in bozza, entro la fine dell’anno e assumerà la sua forma definitiva a fine 2019.

La crisi climatica si sta aggravando ed è quanto mai necessario, in particolare per Paesi vulnerabili al cambiamento climatico come l’Italia, abbattere le emissioni di gas serra e adattarsi alle inevitabili conseguenze del mutamento del clima attraverso politiche pubbliche lungimiranti e coordinate tra tutti i livelli di governo. Ad oggi, nonostante gli impegni assunti dai Paesi che hanno ratificato l’Accordo di Parigi, non siamo in traiettoria per scongiurare l’innalzamento della temperatura media globale entro i 2°C, né tantomeno di contenerla entro gli 1,5°C. È necessario, quindi, aumentare l’ambizione degli obiettivi nazionali anche in funzione delle recenti indicazioni europee e fare ogni sforzo per avviarsi su un percorso di decarbonizzazione dell’economia anche per lo sviluppo economico e dell’ecoinnvoazione  e per favorire il benessere sociale nel medio-lungo periodo.

Come ci spiega Zorzoli del Coordinamento FREE, il Piano energia a clima pone obiettivi cogenti al 2030 e, dovranno essere indicate tutte le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi fissati nel piano, con delle tappe intermedie di verifica. Non si tratta pertanto di una semplice enunciazione di principi, ma di una opportunità enorme di disegnare una politica ambientale ad ampio raggio, proiettata nel medio periodo, in grado di attivare nuove filiere e rivitalizzare interi settori produttivi ed economici, oltre ai benefici ambientali e sociali.